Pittori di Fiemme
La Scuola Pittorica di Fiemme
Tra gli avvenimenti storico-artistici più rilevanti del XVII secolo si ricorda la nascita della Scuola pittorica di Fiemme, caso unico in tutto il Trentino per formazione, diffusione geografica dei discepoli e qualità dei contributi.
Il suo primo importante precursore fu Orazio Giovanelli ( 1588 ca- 1639ca) componente di una facoltosa famiglia di Notai della Valle di Fiemme, seguito da Zeni Antonio ( 1606-1690).
Il consolidamento dell'economia locale diede vita ad un crescente interesse, in termini di collezionismo, verso le opere d'arte: nel XVII secolo le commissioni di alcuni signorotti della zona diventarono infatti sempre più numerose ed esigenti. Cristoforo Unterperger, commerciante di legname e padre di quella stupenda generazione di pittori d'indiscussa fama e prestigio, si avvicinò all'arte sia come decoratore sia come collezionista.
Ma il vero promotore della scuola fu Giuseppe Alberti (1640-1716), originario di Tesero, che dopo alcuni anni di apprendistato a Venezia nella bottega di Pietro Liberi (1605-1687), aggiornò il proprio linguaggio a Roma, dove scoprì la tecnica dell’affresco e acquisì nozioni di architettura. Ricevette importanti commissioni, come pittore e architetto, dal principe vescovo di Trento Francesco Alberti Poja (1610-1689). Tra queste gli affreschi della Giunta albertiana al Castello del Buonconsiglio, e il progetto della monumentale Cappella del Crocefisso nel duomo cittadino. La morte dell’illustre mecenate e l’avanzare dell’età suggerirono all’Alberti il ritorno in patria.
A Cavalese aprì la propria casa a giovani desiderosi di apprendere l’arte pittorica. Tra questi si annoverano don Martino Gabrielli di Moena (1681-1742), Domenico Bonora (1685-1758) e Michelangelo Unterperger (1695-1758), entrambi di Cavalese, e l’altoatesino Paul Troger (1698-1762).
Alla morte del maestro, avvenuta nel 1716, la scuola non cessò di esistere ma venne continuamente aggiornata dai fratelli Unterperger, Francesco Sebaldo e Michelangelo. Si deve soprattutto al genio di quest’ultimo la fama della famiglia: attivo principalmente in territorio austriaco, nel 1751 venne nominato rettore dell’Accademia delle Arti figurative a Vienna.
Gli allievi forgiati nell'atelier dell'Alberti portarono avanti, rinnovandola, la tradizione figurativa del maestro, che poneva le proprie fondamenta nel tardo manierismo veneziano.
La persona che venne maggiormente avvantaggiata da questo importante ruolo fu il nipote Cristoforo Unterperger (1732-1798) che frequentò per alcuni anni l’istituto. Nel 1757 si trasferì a Roma presso la corte papale, dove fu uno tra i più grandi promotori del neoclassicismo. Altra importante personalità della scuola fiemmese fu Valentino Rovisi (1715-1783) di Moena che durante due soggiorni veneziani conobbe, verosimilmente frequentandone la bottega, Giambattista Tiepolo (1696-1770).
L’attività della scuola tra la fine del Settecento e l’inizio del secolo successivo fu legata ad Antonio Longo (1742-1820) e ai pittori Vanzo. Il primo affiancò i fratelli Ignazio e Cristoforo Unterperger a Roma per un lungo periodo. Tornato in valle dopo il 1798, divenne vice parroco a Varena e continuò la sua carriera di pittore a fresco e su tela.
I Vanzo vengono ricordati come una famiglia di copisti, ispirati da artisti di livello internazionale e dai loro predecessori della tradizione fiemmese, in particolare dagli Unterperger.
Attualmente il nucleo più significativo di questa straordinaria tradizione pittorica si conserva negli ambienti restaurati del Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme. Tale allestimento soddisfa il desiderio anelato da alcuni degli stessi artisti della scuola fiemmese, tra questi Carlo Vanzo (1824-1893) che nel suo testamento, datato 29 ottobre 1893, riporta quanto segue: “…Riguardo ai dipinti (…) sarebbe un onor per la Valle di Fiemme se ci fosse una raccolta (…) dei migliori artisti di detta Valle, conservata nei locali della Comunità Generale (oggi Magnifica Comunità di Fiemme)”.
( a cura di Francesca Dagostin e Roberto Daprà)
Curatore Giacomo Dellasega
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